Iole
Natoli e il cognome materno |
La fondatrice di Dol’s Magazine intervista Iole Natoli, sulla #sentenza della #Consulta che CONFERMA la totale illegittimità dell’attribuzione automatica del #cognome del padre ai figli. |
|
«Abbiamo già intervistato anni fa Iole Natoli sul cognome materno ma i tempi allora non erano ancora maturi. Oggi lo rifacciamo perchè la situazione di stallo sembra essersi sbloccata e Iole è una profonda conoscitrice del tema». Vai all’articolo su Dol’s Magazine
|
Il cognome patrilineare, in Italia come in ogni Paese in cui vige, è il burqa culturale delle donne (©Iole Natoli).
domenica 22 maggio 2022
La CONSULTA sul COGNOME MATERNO / Dol's Magazine intervista Iole Natoli
mercoledì 18 maggio 2022
Lettera aperta alla II Commissione (Giustizia) del Senato
Legge in fieri sul
Cognome dei Figli e sentenza recente della Consulta |
||
Si porta fin d’ora a conoscenza dei componenti la Commissione Giustizia e delle Ministre per le Pari Opportunità e la Famiglia e degli Interni la Petizione sul tema lanciata il 18.5 sulla piattaforma Change.org | ||
|
||
18.05.2022 - Petizione Dal comunicato dell’ufficio stampa della Corte Costituzionale del 27 aprile 2022 relativo al Cognome dei figli, apprendiamo che la sentenza di prossima pubblicazione ha dichiarato ILLEGITTIME – quindi inapplicabili ab origine – TUTTE le norme fin qui utilizzate per giustificare l’attribuzione automatica del solo cognome paterno alla prole. Ricordiamo che l’intervento della Corte si è reso necessario per la storica inadempienza del Parlamento, che nelle sue varie Legislature si è dimostrato INCAPACE inizialmente di discutere, poi di approvare in tempo utile e dunque di varare una Legge che regolasse la materia e ciò malgrado le sollecitazioni giunte con vari mezzi da più parti. Per brevità, di queste ci limitiamo a citare la Petizione lanciata e consegnata dall’ex deputata Laura Cima per una rapida approvazione di una Legge. Certamente oggi - guarda caso sul
finire della Legislatura - si discute delle proposte esistenti
nella 2ª Commissione (Giustizia) del Senato e certamente sarebbe d’obbligo
NON FAR DECADERE nuovamente la possibilità di approvazione di una legge, con
l’escamotage dei continui rinvii degli adempimenti necessari. Punto 1: introduzione di una norma per regolare le
situazioni pregresse. Ispirandoci a quanto della pronuncia della Corte fin qui ci è dato
sapere, chiediamo dunque che la norma da introdurre contempli l’aggiunta del
cognome genitoriale mancante dallo schema del doppio, su richiesta del
genitore il cui cognome risulta assente per effetto dell’illegittima
normativa pregressa, senza previsione
alcuna di consenso dell’altro genitore, per i figli di età
inferiore al 12° anno. Punto 2 – corretta formulazione dell’articolo che regola
l’attribuzione del cognome alla prole. Dall’analisi dei dati disponibili e circoscritti al Senato, che si è attivato prima della Camera, emerge
che: Punto 3: metodo idoneo per
risolvere l’eventuale disaccordo sull’ordine dei cognomi, che non leda a
priori il libero confronto tra le parti, in sintonia con l’art. 8 della CEDU. Come già evidenziato in una Petizione inviata in precedenza alle Camere, «sapere in anticipo quale dei cognomi (della madre o del padre) risulterebbe vincente in caso di discordia - conseguenza inevitabile dell’adozione dell’ordine alfabetico - vizierebbe irrimediabilmente la posizione paritaria all’interno di ogni coppia specifica e alla coppia specifica non interessa come si distribuisce statisticamente il fenomeno su un’intera popolazione». Chi sa di avere in tasca la “vittoria”, in quanto il suo cognome alfabeticamente precede quello dell’altro, sarà meno disponibile ad ascoltare le motivazioni e la richiesta dell’altro genitore. Sarà autorizzato dallo Stato ad opporre un granitico NO e questo prescinde, sì, dalla discriminazione per sesso ma costituisce ugualmente una discriminazione artificiosa, imposta PER ABUSO DI AUTORITÀ dallo Stato, che potrebbe invece risolvere facilmente il problema ricorrendo al sorteggio, come accade democraticamente in Lussemburgo, Stato che non ha perso per questo la sua sovranità, il suo prestigio, il suo benessere economico e nemmeno ha deciso di attentare alla propria sicurezza nazionale utilizzando un banalissimo sistema di “foglietti”, come ci è stato comunicato dall’ufficio lussemburghese consultato per avere informazioni al riguardo. Se è vero che ci sta a cuore un dialogo libero e sereno tra i componenti della coppia, NON possiamo optare per l’ordine alfabetico solo perché adottato nella maggioranza degli altri Stati. Anche la patrilinearità è stata per lungo tempo regola aurea in molte altre parti del pianeta, senza che questo ne abbia determinato una qualche “legittimità” o posto in luce un qualsiasi fondamento, che possa esulare dalla tendenza di taluni Stati a prevaricare sui propri cittadini esercitando diritti inesistenti. © Iole Natoli __________________________________________ NOTE |
||
Aderiscono alla lettera aperta: Aderiscono ancora, dopo l'invio della lettera:
|
sabato 14 maggio 2022
PURCHÉ SI RIDA e la moltiplicazione dei cognomi - Lettera aperta a Luciana Littizzetto
PURCHÉ SI RIDA |
|||
|
|||
Da una donna creativa e intelligente che è presente sulla scena da molti anni e dispone di vari strumenti comunicativi, ci si attenderebbe un rispetto verso i diritti e la dignità delle donne che evidentemente difetta. Abbiamo nostro malgrado dovuto notarlo già in passato, quando a far le spese del dileggio sono stati l’uso del femminile nelle cariche istituzionali e professionali e una persona che tale legittima prassi difendeva, ovvero la oggi ex presidente Laura Boldrini. Il recente intervento a Che tempo che fa sulla "moltiplicazione dei cognomi" si configura come diffusione difficilmente inconsapevole – Luciana Littizzetto dispone di ogni strumento culturale e pratico per informarsi in anticipo – di una deformazione non indolore del vero, che strizza praticamente l'occhio alla reazione. Prendere di mira i “benaltristi” e le loro incoerenti teorie di proliferazione dei cognomi - che trovano smentita immediata nelle prassi esistenti in tanti altri paesi, tra cui la Spagna, e che non hanno alcun fondamento nella realtà come chiunque si sia preso la briga non particolarmente massacrante di analizzare i progetti di legge in Parlamento avrebbe potuto e può verificare - sarebbe stato altrettanto produttore di risate ma presumibilmente non di altrettanti consensi, nella valutazione della versatile e abitualmente irresistibile Luciana. Così nel mirino della sua comicità è finito, con un effetto di appoggio e allargamento a pioggia, l’inesistente, visto che la finestra temporale entro la quale la nuova normativa – questa volta non illegittima - dovrà essere approvata può essere ormai molto breve e considerato, peraltro, che la legge in arrivo porterà via con sé anche il ricorso al giudice nei casi di dissenso tra i genitori sull’ordine dei cognomi nel doppio, che è al momento conseguenza ineliminabile di una modifica in storico ritardo legislativo. Come chiunque abbia letto magari una sola volta in vita sua la Costituzione già sa, la Corte costituzionale non può infatti legiferare per rispetto della divisione dei poteri, ma DEVE comunque eliminare le discriminazioni, in questo caso per sesso e a svantaggio delle donne, nonché le violazioni di quell’autonomia dei cittadini nella conduzione della propria vita privata, che l’art. 8 della CEDU – dall’Italia da tempo sottoscritta ma mai rispettata nello specifico – tutela. Le donne che hanno atteso per anni che la loro soppressione arbitraria dal cognome dei figli fosse, come da Costituzione, una volta per tutte eliminata non hanno preso molto bene lo show di Littizzetto dell’8/5/2022. Lo dimostra la lettera che ci viene inviata e che qui pubblichiamo. |
|||
LETTERA APERTA a Luciana
Littizzetto |
|||
|
Gentile Signora Littizzetto, Al tempo in cui le donne avevano
l’obbligo di assumere il cognome del marito (tempo che risulta curiosamente
attuale per lo stato italiano, che lo appioppa ancora sulle tessere
elettorali o in alcuni comunicati ufficiali alle donne), ci aveva pensato già
il grande Totò ad ironizzare sulla signora |
||
“Trombetta in Bocca”, decisamente più plausibile e, mi perdoni, più divertente del signor Dita Nel Naso. Ecco, forse Lei ritiene che quest’ultima situazione sia più auspicabile, affinché le maestre possano richiamare i bambini e ancor di più le bambine, di solito non menzionate, brevemente e, anche in questo caso, perentoriamente alla loro esclusiva appartenenza alla paterna patria potestà? Ma forse non è a conoscenza che la patria potestà è stata abolita ed esiste la “responsabilità genitoriale” e guarda caso i genitori sono due, anche se solo UNA dei due partorisce, proprio quella esclusa all’anagrafe? Farsi un sacco di risate sui guasti che porterà la
fine di un secolare sopruso non è quanto di meglio ci si possa aspettare
dalla satira o anche da una più banale e sana comicità. Con i miei migliori saluti, G. B. _______________________________________________________________
La foto successiva è
un’elaborazione di Giovanna Berna di due foto di it.freepik.com
-
la prima creata da
pressfoto -
la seconda da Racool studio
|