Il paradosso di certe situazioni
Nasce un figlio e i genitori vogliono dargli anche il cognome materno. Come ampiamente sappiamo, NON SI PUÒ. Ma - e qui viene il bello - due genitori coniugati aprono presso la Prefettura una pratica di cambio del cognome del figlio, chiedendo per ragioni affettive l’aggiunzione di quello materno et voilà questo invece - fortunatamente - è fattibile. Non da molto, eh, appena dal 2000 con tempi resi più celeri da poco.
Piccolo neo della soluzione-tampone: occorre spendere, ahimè, in marche da bollo, per una cosa che dovrebbe essere considerata un diritto del figlio (o della madre e del figlio) fin dalla nascita, senza che vi sia da affrontare spesa alcuna.
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Il cognome patrilineare, in Italia come in ogni Paese in cui vige, è il burqa culturale delle donne (©Iole Natoli).
giovedì 19 gennaio 2012
DIRITTO / SENTENZA INSEGNA o almeno suggerisce - Il cognome materno e una Class Action
mercoledì 18 gennaio 2012
SOCIETÀ / DIRITTI CIVILI, COGNOME MATERNO E OMISSIONE DI STATO
Per il gruppo di Facebook “ITER DEL COGNOME
MATERNO IN ITALIA nei regimi di matrimonio e di convivenza”, all’INCONTRO
di Roma del 28 Gennaio 2012 presso la Federazione Nazionale delle Stampa,
volto alla creazione della RETE DELLE RETI delle Donne, sarà letto un
estratto del presente documento dal titolo:
DIRITTI
CIVILI, COGNOME MATERNO E OMISSIONE DI STATO
di Iole Natoli |
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Palermo, 1980 - Il Cognome materno in
Tribunale
Da sinistra: Rosa Bianca Colonna, Lina
Noto, Iole Natoli.
Dietro: Daniela Dioguardi per l'UDI.
Un'avvocata e una giornalista da
destra.
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martedì 17 gennaio 2012
SOCIETÀ / Patrilinearità e soppressione simbolica della donna
IL COGNOME PATRILINEARE - in Italia come in ogni Paese in cui vige - È IL BURQA CULTURALE DELLE DONNE Iole Natoli Nisi Mattaliano, pseudonimo di Iole Natoli per il Gruppo di Facebook “ITER DEL COGNOME MATERNO IN ITALIA nei regimi di matrimonio e di convivenza” |
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Finché continueremo a permettere che in nome di una presunta unità familiare si perpetui la negazione simbolica della donna, mediante la soppressione dell'ascendenza familiare materna praticata dall'attuale sistema patrilineare, l'immagine femminile sarà sempre quella di un soggetto "minore", inidoneo a garantire ai figli la formazione dell'identità personale mediante l’acquisizione di un cognome e relegato a ruoli di puro e non condiviso "accudimento". La "minorità" non rimane confinata alla cellula familiare, come comunemente si ritiene: si estende a macchia d'olio all'intero sistema concettuale, politico e sociale, contribuendo di fatto a mantenere disposizioni e attitudini discriminatorie, di cui le donne hanno pagato e continuano a pagare molto caro un loro, del tutto esclusivo, sovrapprezzo. Quanta parte di quell'odio verso le donne, che si traduce in violenze da cronaca nera, nasce dalla frustrazione maschile di non poter generare direttamente e quanto è invece dovuto all’incremento operato ancor oggi da un sistema, che, mediante il cognome unico paterno, inculca e fonda l'idea di soppressione? Di maschilismo latente e manifesto è intrisa la nostra cultura dominante, che si sostanzia di una lingua sessista e di una formula familiare discriminante. I genitori dei figli sono due. Eliminare tutti i fattori culturali che contribuiscono alla violenza di genere, tra i quali pesa la patrilinearità dei cognomi, è una riforma che non può attendere oltre. |
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17 Gennaio 2012 |
© Iole Natoli |
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Su questo blog: Il Cognome Dei Coniugi E Dei Figli / Diritto e Famiglia
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