Quando nel 1979
cominciai a scrivere sul cognome materno, formulando per la prima
volta nella Repubblica Italiana le indicazioni per una proposta di legge
basata sul doppio cognome (nel Regno d'Italia mi aveva preceduta
di un secolo il deputato pugliese Salvatore Morelli), non pensavo al
cognome materno come fatto a sé stante, ma come espressione simbolica
della relazione primaria madre-figlio.
A distanza di
tanti anni intervengo sulla pratica della Gpa che si vorrebbe introdurre in
Italia, mossa dalla stessa convinzione. La relazione madre-figlio
non è primaria solo temporalmente, lo è anche per importanza
fondante e volerla stravolgere alienando il figlio dalla donna che
lo partorisce costituisce una violazione delle norme di natura oltre che del
diritto del bambino.
Riporto dunque
qui un articolo pubblicato su "Femminismi a confronto e laicità", in quanto lo
ritengo inerente al mio tema di sempre.
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Il cognome patrilineare, in Italia come in ogni Paese in cui vige, è il burqa culturale delle donne (©Iole Natoli).
venerdì 27 ottobre 2017
GPA / SUI “CONTRATTI” E SUL DIRITTO ITALIANO
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