Sollecito legge cognome materno, anche per conseguenze sentenza 286/2016 della Consulta |
|
di Iole Natoli
|
|
|
|
stralcio due considerazioni dal contenuto di una
petizione da me lanciata giorni fa e inviata oggi ad alcuni esponenti del
Senato perché ritengo - spero non a torto - che possano essere di Suo
interesse, per la funzione di Capo dello Stato che Ella ricopre.
- Non approvare una legge sul tema entro la fine della
legislatura ci esporrebbe a una nuova condanna da parte della Corte di
Strasburgo e costituirebbe una giustificata purtroppo lesione dell’immagine
pubblica dell’Italia;
- la sentenza n. 286/2016 della Consulta, utile
oltre che necessaria per taluni aspetti innovativi, limitando l’acquisizione
del doppio cognome ai casi di assenso tra i coniugi (correzione del termine nel commento) ha introdotto nel
sistema in vigore una subordinazione evidente.
Se prima il figlio acquisiva il solo cognome paterno
per disposizioni di legge estranee alla volontà di entrambi i genitori,
nella realtà odierna lo acquisisce PER VOLONTA' PATERNA ove il padre non
addivenga all'accordo.
E' uno “stato di minorità” intollerabile e
ben più offensivo del precedente, per quelle donne che vorrebbero attribuire
il loro cognome ai propri figli e ne vengono impedite dal partner.
Le situazione qui segnalata cozza con i principi
stessi della nostra Costituzione oltre che con alcuni articoli della CEDU.
Non è la prima petizione sul
tema del cognome materno che io lancio; in precedenza ce ne sono state altre
contenenti l’elaborazione di progetti di legge sul doppio cognome nonché
emendamenti al testo che era in discussione alla Camera.
Non sono nemmeno l’unica a
ritenere grave il vulnus esposto, che deriva dalla sentenza della Consulta.
Proprio oggi l’ex deputata Laura Cima, facendo sue le osservazioni espresse
nella mia petizione, che ovviamente ho firmato, ha aggiornato una sua
petizione del 2014 portando all’attenzione dei suoi sottoscrittori questo
punto.
La prego dunque di intervenire
per un sollecito, ritenendo che ciò non sia in contrasto con le Sue funzioni
ma vi rientri al contrario a pieno titolo.
RingraziandoLa per la cortese
attenzione, Le porgo i miei migliori saluti.
Iole Natoli
giornalista pubblicista ____________________
Petizione di
riferimento:
APPROVARE l'eterno DdL S. 1628 sul Cognome dei Figli ENTRO LA FINE DELLA LEGISLATURA Decisori: Presidente del Senato, Pietro Grasso Vice Presidente del Senato, Rosa Maria di Giorgi Vicepresidente 2ª Commissione Permanente, Maurizio Buccarella Vicepresidente 2ª Commissione Permanente, Felice Casson Senatore Sergio Lo Giudice |
|
29.11.2017
|
© Iole Natoli
ideatrice del primo progetto italiano di doppio cognome
per i figli (1979)
e fautrice dell’abolizione del 143-bis c.c. (cognome coniugale per la donna) |
Il cognome patrilineare, in Italia come in ogni Paese in cui vige, è il burqa culturale delle donne (©Iole Natoli).
mercoledì 29 novembre 2017
LETTERA AL QUIRINALE per un sollecito del DdL sul COGNOME MATERNO fermo al Senato
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Mi è stato fatto notare altrove che nella frase "limitando l’acquisizione del doppio cognome ai casi di assenso" ho scritto "coniugi" invece di "genitori".
RispondiEliminaMi scuso per la svista, frutto di tracce mnestiche passate, che ogni tanto dispettosamente riemergono, ma ho fiducia che il Capo dello Stato non si fermerà a questo aspetto e saprà cogliere al di là degli schemi l’intimo senso delle mie parole.
Inoltre, qualcuno ha ritenuto che l’aver messo in risalto le conseguenze negative della sentenza equivalesse a non aver riconosciuto gli aspetti positivi in essa presenti. Quel qualcuno è in errore perché:
1 - della sentenza e di alcuni suoi punti cruciali positivi avevo già scritto in altro file
http://cognomematernoitalia.blogspot.it/2017/01/cognome-materno-la-sentenza-n-28616.html);
2 - riconoscere gli elementi positivi non può portare a nascondere quelli negativi e ciò per ragioni di obiettività;
3 - le negatività introdotte erano non necessarie ma derivanti unicamente da quell’eccesso di “prudenza” che ha caratterizzato le sentenze della Corte su questo tema negli anni passati, al punto che la stessa è stata clamorosamente smentita dalla sentenza del gennaio 2014 della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo.
Quel quqlcuno (rectius qualcuna)sono io. Mi fa piacere che Jole Natoli, dopo aver scritto questa lettera al Presidente Mattarella, abbia modificato il suo giudizio negativo sulla sentenza della Corte costituzionale, almeno nei fatti, visto che ha lanciato un messaggio ai neo genitori per informarli del loro diritto ad imporre anche il cognome materno derivante dalla sentenza della Corte costituzionale. Aspetto che faccia un altro passo e riconosca che non è utile spingere per far approvare il testo varato dalla Camera nel 2014,un testo superato e incompleto,destinato a non essere modificato chissà ancora per quanti anni.
RispondiEliminaCara Rosanna Oliva, io non ho minimamente modificato il mio giudizio sulla sentenza della Corte ed è un errore da parte tua credere che il lanciare il messaggio ai neo genitori italiani, in Italia e anche all'estero, dipenda da un mutamento di opinione.
RispondiEliminaLavoro da anni in un gruppo di FB per aiutare le donne che vogliono aggiungere il loro cognome a quello paterno dei loro figli e dunque le mie iniziative sono strettamente in linea con quel che ho fatto e sostenuto finora e non seguono traiettorie divergenti.
Si prende quel che c'è per il momento. C'è l'aggiunta tramite Prefettura per i nati da tempo, c'è la sentenza della Consulta da utilizzare malgrado l’evidente e paradossale incostituzionalità del limite imposto.
Pragmatismo, il mio. Ed è per pragmatismo che continuo a sostenere che sia preferibile approvare ora una legge che presenta qualche carenza, anziché rinviare a un nuovo Parlamento, di cui non possiamo prevedere la composizione e dunque l'intenzione di fare una legge migliore della 1628.
Aggiungo una precisazione sui tempi. Aver inviato un messaggio ai neo genitori su FB è dipeso dall'esser venuta a conoscenza di un caso occorso nell'isola di Tenerife, dove a una coppia italiana è stato richiesto di produrre una traduzione giurata a sue spese della normativa in vigore nel nostro paese dopo la sentenza in questione, perché in caso contrario il Juzcado non avrebbe acconsentito ad aggiungere il cognome della madre alla nascita.
Se frequentassi un po' di più il gruppo nel quale anche tu sei iscritta - o per meglio dire in cui sei rimasta, dopo che io avevo avuto il piacere di iscriverti - ti saresti accorta del come si è sviluppata la vicenda. Ed infatti prima ho pubblicato la nota per gli italiani all'estero e successivamente ho pensato di allargare agli italiani in Italia, tenuto conto altresì che un quotidiano nostrano aveva da poco riportato la notizia che solo poche coppie italiane scelgono il doppio cognome alla nascita del figlio. Nel gruppo, avevamo rilevato che solo poche coppie italiane conoscono la novità.
Grazie, comunque, per il tuo intervento.