giovedì 19 gennaio 2012

DIRITTO / SENTENZA INSEGNA o almeno suggerisce - Il cognome materno e una Class Action



Il paradosso di certe situazioni

Danza tribale - Iole Natoli, 1988
Nasce un figlio e i genitori vogliono dargli anche il cognome materno. Come ampiamente sappiamo, NON SI PUÒ. Ma - e qui viene il bello - due genitori coniugati aprono presso la Prefettura una pratica di cambio del cognome del figlio, chiedendo per ragioni affettive l’aggiunzione di quello materno et voilà questo invece - fortunatamente - è fattibile. Non da molto, eh, appena dal 2000 con tempi resi più celeri da poco.
Piccolo neo della soluzione-tampone: occorre spendere, ahimè, in marche da bollo, per una cosa che dovrebbe essere considerata un diritto del figlio (o della madre e del figlio) fin dalla nascita, senza che vi sia da affrontare spesa alcuna.

Accade allora di trovarsi a pensare: e se coloro che sono stati costretti a pagare le marche da bollo per il cambio di cognome dei figli facessero una Class Action contro lo Stato per ottenere il rimborso delle spese, dato che una diversa legge sul cognome ci sarebbe dovuta essere da tempo, come andrebbe a finire la vicenda?
Come potrebbe giustificarsi uno Stato, che è latitante almeno dal 1979, malgrado le sollecitazioni ricevute da diversi organismi internazionali? Non correrebbe al riparo legislativo (finalmente!), per evitare esborsi successivi?
Sarebbe tecnicamente possibile una Class Action di questa natura? Sì? No? Chissà...
La recente sentenza del Tar di Genova, riportata il 18 gennaio da repubblica.it, stimola a sogni o ipotesi in tal senso.

© Iole Natoli
19/01/2012
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