venerdì 3 maggio 2013

POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA / nasce la PETIZIONE "nel COGNOME della MADRE"

IL COGNOME MATERNO NEGATO

 di Iole Natoli
L’Associazione Equality Italia promuove in rete la campagna "nel COGNOME della MADRE

Dal 1º maggio al via una petizione per una nuova normativa sui cognomi
Dopo più di trent’anni sia dal primo ufficiale progetto di legge studiato per mandare in pensione il cognome patrilineare in Italia (1979, on. Maria Magnani Noya, Camera dei Deputati) sia dalla prima causa civile per l’attribuzione anche del cognome materno alla prole (1980, Iole Natoli, Palermo), potrebbe forse avvicinarsi il momento in cui un figlio potrà acquisire il cognome di sua madre alla nascita, senza bisogno che successivamente i genitori inoltrino un’istanza in prefettura per l’aggiunta del cognome materno, sobbarcandosi anche la spesa e la noia di dovere rifare i documenti. 

Sta cambiando per caso la legge nostrana? Non illudiamoci, siamo solo in Italia, non in una delle tante nazioni europee che hanno risolto da lungo tempo il problema! No, ha soltanto preso l’avvio una campagna per una nuova normativa sui cognomi. È vero, infatti, che dal 1979 sono stati presentati in Parlamento  i più svariati progetti al
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riguardo, ma sono tutti regolarmente finiti nel cestino salvifico della decadenza di ogni legislatura, con grande gaudio del conservatorismo ad oltranza.
Sul fronte poi delle azioni concrete, dopo il 1980 qualche altra madre, o padre, o coppia ha ritentato di ottenere una pronuncia della Corte costituzionale atta a dare una spinta al cambiamento, ma la risposta è sempre stata la stessa: un sostanziale e tondo tondo NO, pur veicolato con l’indoratura di una serie di motivazioni specifiche che si possono riassumere in tre punti:
- titolare del diritto al cognome è il figlio e non uno qualsiasi dei genitori;
- il combinato tra l’assenza di una norma specifica e una congerie di norme indirette, ruotanti sul diritto del figlio legittimo di assumere il cognome del padre (della madre non si fa cenno in nessuna norma), fa sì che non si possa abrogare proprio nulla se non provocando un vuoto legislativo, che dovrebbe essere colmato immediatamente per non creare un vulnus nel diritto del minore che in ogni caso un cognome deve averlo;
- articolare norme sull’acquisto del cognome, adeguate a una moderna visione del diritto familiare e ispirato alla parità dei coniugi anche su questo fronte, è compito del legislatore e non della Corte.
Constatazioni che non fanno una piega e che è stato però molto duro mandar giù. Benché nelle decisioni più recenti la Consulta non abbia fatto mancare i suoi auspici per una soluzione legislativa novella, né queste sollecitazioni né i ripetuti richiami del Consiglio d’Europa sono serviti a smuovere dall’inerzia i custodi parlamentari della disuguaglianza familiare e della totale cancellazione delle donne dalla memoria storica dei loro discendenti.
L’ultima tra le coppie più tenaci è composta dai milanesi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, che avendo iniziato il percorso legale nel 1999 senza giungere a un risultato di successo, dopo l’ultimo rifiuto della Consulta avuto nel 2008 decideva, nei primi mesi di quest’anno, di ricorrere alla Corte europea dei diritti umani per provocare una pronuncia esplicita contro l’Italia.
Il tam tam in rete è cominciato: quanto sarà sensibile il Parlamento da poco insediatosi a una richiesta che tocca il modo di considerare la famiglia, esigendo senza più mezzi termini che la madre possa essere considerata dai figli non solamente come colei che alleva, ma anche come il soggetto giuridico che fonda, attraverso il dono del cognome, il riconoscimento sociale del figlio?
3 Maggio 2013
© Iole Natoli


1 commento:

  1. Il COGNOME MATERNO è stato oggetto di commenti nel blog del Corriere "La ventisettesima ora".
    Titolo del post: "Nel cognome della madre".
    http://27esimaora.corriere.it/articolo/nel-cognome-della-madre/

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