giovedì 20 giugno 2013

Il COGNOME MATERNO in Italia / La proposta Garavini 1 e 2

PROPOSTE NUOVE E PROPOSTE CHE RITORNANO
di Iole Natoli

Il 1º Maggio del 2013 il sito Equality Italia lanciava una campagna dal titolo “Nel cognome della Madre”, riportando la frase del Presidente della Corte costituzionale Franco Gallo “L’attuale disciplina che prevede l’attribuzione al figlio del solo cognome paterno costituisce il retaggio di una concezione patriarcale della famiglia” e reclamando una proposta di legge che modificasse la legislazione italiana.
Benché il richiamo alla cosiddetta “libertà di scelta” per i cognomi fosse già nel banner esplicito e indicasse pertanto l’orientamento per una proposta diversa da quella che avrei lanciata di lì a poco e della quale scrivo quasi da secoli (--> e -->), accoglievo con un certo sollievo la campagna, utile a smuovere le acque stagnanti dentro cui affoga regolarmente il problema, sollevato nel Parlamento italiano già nell’ottobre del 1979 dall’on. Maria Magnani Noya, socialista.                                                                                                                                                                (prosegui >>>)

Una sorpresa è stata però il constatare che la proposta che sarebbe stata poi depositata da Equality Italia fosse esattamente quella presentata alla Camera col n. 1699 da Laura Garavini nel 2008, ovvero nella scorsa legislatura (-->), e che in data 14 Maggio, stando al sito di Equality (-->), l’onorevole Garavini avrebbe deciso di riadottare la SUA proposta… già presentata però da lei il 30 Marzo - ovvero due giorni prima che Equality Italia lanciasse la campagna (1º Maggio -->) - come si evince dal sito della Camera, dal quale a tutt’oggi il testo non è disponibile [nota: la non disponibilità è riferita alla data dell'articolo] benché lo sia su quello di Equality Italia (-->). 

Misteri della diplomazia parlamentare, dell’informatica o di entrambe le cose?
A meno che non ci sia dato di scoprire in prosieguo che tra la 360 pubblicata da Equality Italia e la 360 del testo sul sito della Camera - che leggeremo quando sarà divenuto disponibile - si siano verificate differenze, non ci resta che prendere atto delle particolari  modalità intervenute [ora il testo è visibile qui -->]. 
Il disinganno maggiore però è un altro. Sta nella facilità con cui a distanza di anni si riciclano proposte precedenti (lo hanno già fatto altri parlamentari per alcune proposte della XV legislatura ripresentate nella XVI) senza nemmeno sottoporre la 1699/360 a una revisione che esuli dalla semplice cancellazione del vecchio Art. 3 relativo alla soppressione dei termini “figlio legittimo” e “figlio naturale” (resa non più necessaria dall’entrata in vigore della Legge 10.12.2012 n° 219). Senza accorgersi non solo che la proposta del 2008 appare oggi terribilmente datata per l’esistenza di UNA NUOVA COSCIENZA FEMMINILE che NON ACCETTA di mimetizzare la propria capitolazione sotto il fallace manto di una “scelta”, che altro non è se non un’autorizzazione a sopprimere, ma soprattutto senza accorgersi di un fatto molto più grave.
Con l’eccezione della proposta Bindi della precedente legislatura, pur incompleta rispetto ad alcune necessità, TUTTE LE PROPOSTE che prevedono la cosiddetta “LIBERTÀ DI SCELTA” stanno operando una PERICOLOSA FORZATURA DELLA LEGGE ITALIANA, che, sia pure in maniera distorta in quanto amputante di una delle identità familiari del figlio - che per natura sono SEMPRE due - ha conferito al figlio il diritto di acquisto del cognome e MAI A UN QUALCHE GENITORE il diritto di trasmissione. Nemmeno al padre (ved. Sentenza n. del Tribunale civile di Palermo, anno1982 -->) per quanto a parecchie persone questo sfugga.
La proposta Garavini invece SPOSTA il diritto al cognome dal figlio ai genitori, visto che saranno loro a dover decidere se dargliene uno oppure due, autorizzando con ciò la stessa soppressione di una delle identità del figlio che la riforma dovrebbe eliminare e rendendo tale soppressione accettabile solo in virtù di un POTERE GENITORIALE fin qui assente dal nostro codice civile. Il potere dei genitori di decidere dei figli, non per un interesse dei soggetti di diritto ma per una idiosincrasia propria (ma che tragedia un doppio cognome, di qualche sillaba più lungo rispetto a uno solo!), che dal buio e già superato Medioevo ritorna con nuovi panni sino a noi.
EDUCARE AL RISPETTO DI GENERE FIN DALLA NASCITA
Il diritto al doppio cognome è del figlio
PROPOSTA DI LEGGE in 10 articoli per il DOPPIO COGNOME PARITARIO All’attenzione del Parlamento italiano                                                 
20 Giugno 2013

26.01.2014 - Si invita a leggere il commento da me in data odierna inserito, relativo a una mia NUOVA PETIZIONE basata sulla scelta, di cui spiego il perché e il contenuto. 
© Iole Natoli

http://www.change.org/it/petizioni/parlamento-italiano-basta-esporsi-alle-condanne-della-corte-europea-una-legge-egualitaria-sulla-scelta-del-cognome-dei-figli-è-possibile

4 commenti:

  1. Non ho letto tutto, scusa Iole la mia pigrizia. Mi chiedo come funzioni la moltiplicazione dei cognomi. Cioè se a mio figlio dessi un doppio cognome e un domani facesse un figlio con una donna (o con un uomo) con un doppio cognome... Il bimbo avrebbe un quadruplo cognome? E la generazione successiva? (Sicuramente ne avrete discusso e già ci sarà la soluzione, mi basterebbe nel caso il link). Grazie mille, Sumi

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  2. Se leggi l'articolo 3 del mio progetto trovi la soluzione molto ben articolata. In ogni caso, tutti i progetti che prevedono il doppio cognome, anche come fallace forma alternativa, consentono l'attribuzione di un solo cognome a testa per genitore e non di più, proprio per evitare la moltiplicazione infinita dei cognomi.

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  3. La proposta Garavini del 2008 n.1699, che appare fin qui riproposta senza variazioni di sostanza nella 360 di questa legislatura, è una proposta CONSERVATRICE, che non cancella le pressioni maschili sulle donne e non insegna a tutti i bambini la parità tra i sessi e a tutte le bambine la stima di sé.
    Di fatto, tutte le proposte di legge sul cognome dei figli che prevedono la “LIBERTÀ DI SCELTA” non all’interno dei due cognomi da attribuire ma tra cognome unico e doppio cognome sono in realtà un' AMPUTAZIONE AUTORIZZATA della doppia identità naturale del figlio.
    Tutte le proposte di questo tipo lasciano peraltro IRRISOLTO IL DEFICIT DI UNITÀ FAMILIARE realizzata attraverso un cognome, di cui soffriranno i figli qualora le loro madri (in futuro anche i loro padri) dovessero avere altri figli con altro/a partner...
    Un contentino, per non disattendere oltre gli obblighi conseguenti alla ratifica del Trattato di Lisbona, ma non una riforma ragionata.

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  4. Non intendo smentire quanto scritto nel testo e nel mio commento precedente, in quanto sono perfettamente convinta della superiorità del progetto sul doppio cognome paritario rispetto a un qualsiasi progetto (fosse anche mio) che introduca la “scelta” operabile dai genitori tra cognome doppio e singolo, in nome di una loro pretesa “libertà”.
    La recente sentenza di Strasburgo, però, in quanto ispirata anche alla “trasmissione del cognome” esistente in altri paesi europei (a scanso di equivoci: nei fatti è sempre esistita anche da noi e solo per via maschile, in diritto da noi non è nemmeno enunciata), potrebbe favorire una ripresa di vecchi progetti di scelta, ben più arretrati rispetto a quello Garavini che pure qui critico.
    Non è un caso se il Ddl, che si dice sia stato approvato dopo quella sentenza dal nostro CdM (non ci è stato fin qui concesso d vederlo), sembrerebbe attestarsi sulle posizioni di maschilismo mascherato presenti nella Proposta Franco S. 86, della XVI Legislatura o, peggio, conterrebbe forme ancor più retrive e patriarcali di quelle.
    Così ho pensato di correre ai ripari e di preparare una nuova proposta che preveda la possibilità della scelta tenendo però ben fermi due principi che nel progetto Garavini mancano:
    - il riconoscimento del maggiore impegno fisico e psichico della donna nella messa al mondo del figlio, che conseguentemente all’atto della nascita è legato alla madre e non al padre dalla “prossimità neonatale”;
    - la libertà del figlio di poter modificare a suo piacimento il cognome ricevuto, secondo una serie di possibilità riferite ai cognomi posseduti dai suoi genitori al momento della sua nascita.
    Il risultato dell’applicazione di tale diverso taglio di un Progetto di SCELTA è visibile alla link di questa seconda PETIZIONE lanciata.
    Eccola.
    Basta esporsi alle condanne della Corte Europea! Una legge egualitaria sulla SCELTA del COGNOME dei FIGLI è possibile.
    http://www.change.org/it/petizioni/parlamento-italiano-basta-esporsi-alle-condanne-della-corte-europea-una-legge-egualitaria-sulla-scelta-del-cognome-dei-figli-è-possibile

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