sabato 3 gennaio 2015

Conferenza "L’ITALIA E IL COGNOME MATERNO" alla Biblioteca Vigentina di Milano, con Iole Natoli


«Quali che siano le regole della moralità, la cancellazione di una genealogia nell'altra è una colpa etica
che perverte lo spirito del popolo, dei popoli, ed impedisce il costituirsi 
di un'etica della coppia» (Luce Irigaray, Sessi e genealogie).



Milano, mercoledì 14 gennaio 2015
ore 18.15
Biblioteca Vigentina
Corso di Porta Vigentina 15
Info > 02 88465798

Nel 1978 il Consiglio d’Europa impegna i Paesi membri ad adottare legislazioni basate sull’uguaglianza dei coniugi, anche in tema di cognome dei figli. Nel giugno del 1979 viene pubblicato il primo scritto con cui Iole Natoli tratteggia una riforma centrata sul doppio cognome dei figli. Nell’ottobre del 1979 l’on. Maria Magnani Noya presenta alla Camera la prima proposta legislativa di riforma della patrilinearità, basata sulla scelta concordata di un solo cognome.
Nel 1980 si apre con Iole Natoli a Palermo la stagione delle cause civili, per il diritto al cognome materno alla nascita nel matrimonio.
Seguiranno per un verso nuovi progetti di legge nelle varie legislature e per l’altro nuovi ricorsi giudiziari, sino a quello avviato dalla coppia Cusan e Fazzo, che ha portato la Corte Europea a condannare l’Italia nel gennaio del 2014 e a imporre un cambiamento non procrastinabile. Esistono oggi in Parlamento diverse proposte talora contrastanti tra loro, alcune petizioni articolate e un Ddl già approvato dalla Camera ma l’Italia nicchia… e continua a cancellare programmaticamente le donne.

2 commenti:

  1. Io non ho ancora capito se dopo tutto questo tira e molla è definitiva la legge!

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  2. Nessun Ddl (ovvero Disegno di Legge) è ancora Legge finché non viene approvato dai due rami legislativi del Parlamento, che sono Camera e finora Senato.
    Il Ddl è fermo lì, al Senato, dove dovrà essere discusso ed eventualmente approvato, oppure cambiato e rinviato alla Camera per l'approvazione del nuovo testo.

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