Egregie ed egregi
Min. Elena Bonetti, On. Francesca Businarolo, Pres. del Consiglio Giuseppe
Conte, Min. Fabiana Dadone, Segr. Luigi Di Maio, Segr. Pietro Grasso, Segr.
Matteo Renzi, Sen. Anna Rossomando, Segr. Eugenio Sangregorio, On. Maria
Edera Spadoni, Sen. Paola Taverna, Segr. Nicola Zingaretti,
AL tempo dell’VIII legislatura, la
parlamentare Maria Magnani Noya presentò la prima proposta di legge della
Repubblica italiana per la modifica delle disposizioni concernenti il cognome
dei figli, basata sulla scelta dei genitori tra il cognome paterno o il
materno.
Era il 1979 e in quello stesso anno,
qualche mese prima, nasceva sulla stampa nostrana la prima bozza di una
proposta di legge sul doppio cognome ai figli, formulata da una cittadina non
parlamentare.
Siamo entrati da poco nel 2020 e
ancora sfogliamo le margherite per sapere se finalmente una proposta di legge
in materia vedrà la luce e non solamente il fondo di qualche vetusto
cassetto, prima di finire nella spazzatura o in un tritadocumenti per
sopravvenuta fine della legislatura.
Non si tratta di una riforma
opzionale. Occorre obbligatoriamente dare risposta alla sentenza di condanna
emessa nel 2014 dal Tribunale internazionale CEDU nei confronti dell’Italia,
nonché alle indicazioni ampiamente motivate contenute nella sentenza 286/2016
della Consulta.
Un silenzio colpevole sul tema da
parte degli organi parlamentari preposti e del Governo potrebbe solo
convincere le donne della CONSAPEVOLE ASSENZA DI VOLONTÀ di rispettare la
loro dignità e i loro diritti, considerato che le autrici delle proposte legislative
attualmente alla Camera e al Senato hanno chiuso la loro esposizione
dichiarando la conformità del progetto illustrato ai criteri di “INVARIANZA DI
SPESA”, come ben sanno le firmatarie Laura Boldrini, Fabiana Dadone, Laura
Garavini, Renate Gebhard, Alessandra Maiorino e Julia Unterberger.
Con un plurale non maiestatis ma
rappresentativo di buona parte della collettività femminile, invitiamo dunque
tutti i parlamentari e i membri del Governo su indicati, nonché altri che
abbiano comunque una qualche voce in capitolo, a far includere la riforma
delle attuali disposizioni che regolano l’attribuzione del cognome dei figli
NEL CRONOPROGRAMMA del Governo e del Parlamento, affinché non accada alle
donne di dover distogliere definitivamente lo sguardo dai partiti di
maggioranza attualmente alla guida del Paese, per difetto di presa in carico
del tema.
Ringraziando per la lettura, porgono i
loro migliori saluti:
Iole Natoli
Iole Granato
Jeanine Rosa Bongiovanni
Cinzia Ciriotti
Sara Nicusanti
Sofia Modena
Francesca Pipitone Bottini
Ekaterina Menchetti
Chiara Gallo
Vittoria Camboni
Laura Matteucci
Cristina Gusmeroli
Sara Mortoni
Isabella Deiana
Teresa Manosperti
Davide Fiorucci Francesca Rosati Freeman Erica Villa Donata Maria Murolo Silvia Arisi Nicol Lazzarin Chiara Pesce
Successivamente all'invio ai destinatari indicati, hanno manifestato ancora la loro adesione per mail: Ilaria Tarabella Francesca Vianello Moro Elisa Martinello Monica Leonessa
Mirella Racchi Magda Braini
Laura De Benedetti
Beatrice Feragalli
_________________________________________________________________________
|
Condivido quanto espresso nella nota al governo . Maria Luisa Magnarelli
RispondiEliminaAderisco senz'altro a questa lettera aperta. Grazie!
RispondiEliminaAderisco: Gaia Perniceni. Grazie!
RispondiEliminaDovrebbe essere possibile farlo anche per i figli già nati, anche senza il consenso dell'altro genitore e senza un ordine prestabilito (ex prima il padre)
RispondiEliminaBasta con questa patria proprietà!
RispondiEliminaSottoscrivo. Se per l'art. 3 della Costituzione niamo tutti uguali, non deve essere previsto alcun assenso del padre.
RispondiEliminaAderisco, Elisabetta Meglioli
RispondiEliminaCondivido!
RispondiEliminaGrazie per questa importantissima comunicazione. Se fosse possibile, vorrei aderire come firmataria. Sara Ombrini
RispondiElimina"Aderisco alla lettera aperta” Michèle Bazzanella
RispondiElimina